19 Dicembre 2025

Cessione del credito IVA: come funziona per le imprese strutturalmente a credito

Per molte imprese italiane, soprattutto in determinati settori, la presenza di IVA a credito non è un evento occasionale, ma una condizione ricorrente legata alla struttura del business.
È il caso, ad esempio, delle aziende che operano in specifici settore del mondo agroalimentare, oppure delle imprese che vendono i loro prodotti all’estero oppure le società che lavorano per la Pubblica Amministrazione in regime di split payment.

Questo fenomeno genera un credito IVA strutturale che immobilizza risorse importanti e può rallentare la gestione finanziaria. In questi casi, la cessione del credito IVA è una soluzione efficace per trasformare un credito fiscale certo in liquidità immediata, evitando tempi lunghi legati al rimborso IVA.

 

Cos’è la cessione del credito IVA

La cessione del credito IVA è un’operazione tramite cui l’impresa trasferisce il proprio credito IVA a un soggetto terzo, come una banca o un intermediario finanziario, ottenendo in cambio liquidità.
Si tratta di una modalità alternativa al rimborso diretto e alla compensazione del credito IVA, spesso soggetta a limiti o capienza fiscale.

Per molte imprese è una forma di anticipazione del credito IVA, utile per rafforzare il cash flow senza aumentare l’indebitamento e senza attendere i tempi di restituzione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Se vuoi approfondire cosa sono i crediti IVA e come funzionano, leggi la nostra guida.

 

Quando un’impresa genera un credito IVA strutturale

Il credito IVA strutturale nasce quando l’ammontare dell’IVA sugli acquisti supera stabilmente quello dell’IVA sulle vendite.
Questo accade quando la struttura di business dell’azienda presenta un disequilibrio continuo tra IVA a credito e IVA a debito.

Tra le principali cause strutturali abbiamo:

  • aliquote diverse tra acquisti e vendite;
  • prevalenza di operazioni non imponibili;
  • regimi particolari come lo split payment;
  • investimenti costanti e significativi.

La conseguenza è un accumulo costante di credito IVA, che deve essere gestito in modo efficiente per non pesare sulla liquidità aziendale.

 

Le imprese che maturano più spesso un credito IVA

Aziende del mondo agroalimentare

Nel settore agroalimentare – ad esempio in quello lattiero-caseario – è frequente che la struttura delle operazioni porti a un credito IVA strutturale. Le imprese acquistano materie prime, imballaggi, mangimi, servizi con IVA al 22%, mentre la vendita dei prodotti finiti avviene con aliquote ridotte, spesso al 4%.

A questo si aggiunge che molte aziende del comparto sostengono costi ingenti per investimenti, trasformazione e lavorazione, che generano ulteriore IVA a credito.

Il risultato è un credito IVA continuo, che tende ad accumularsi mese dopo mese e che raramente può essere assorbito tramite compensazione del credito IVA, soprattutto perché il debito fiscale periodico non è sufficiente a controbilanciare l’eccedenza.
Per queste imprese, la cessione del credito IVA diventa una soluzione strategica per recuperare liquidità senza attendere i rimborsi dell’Agenzia delle Entrate.

Imprese esportatrici abituali

Le imprese che lavorano con l’estero effettuano operazioni classificate come non imponibili IVA (art. 8 del DPR 633/1972), come esportazioni dirette o operazioni assimilate. Questo significa che non addebitano l’IVA sulle vendite, ma continuano a pagarla sugli acquisti di beni e servizi necessari alla produzione o commercializzazione.

Di conseguenza generano un credito IVA export elevato, che può raggiungere cifre rilevanti soprattutto in settori come:

  • meccanica e componentistica,
  • agroalimentare destinato ai mercati UE ed extra-UE,
  • moda e tessile,
  • automotive e subfornitura industriale.

Il problema è che questo credito, pur essendo certo e documentato, è difficile da smaltire tramite compensazione, perché l’impresa non genera un corrispondente IVA a debito.
Anche in questo caso, la cessione del credito IVA permette di migliorare la liquidità e finanziare ordini, fiere, export e investimenti.

Aziende soggette a split payment

Le imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione (PA), con società partecipate o con enti pubblici economici sono soggette al meccanismo dello split payment.
In questo regime, l’impresa emette fattura con IVA ma incassa solo l’imponibile, mentre l’IVA dovuta è trattenuta dal cliente pubblico e versata direttamente allo Stato.

Il risultato è un accumulo sistematico di IVA a credito, perché l’azienda continua a versare l’IVA sugli acquisti, ma non incassa l’IVA sulle vendite.
Questo fenomeno è particolarmente frequente in settori come:

  • edilizia e appalti pubblici,
  • fornitura di beni alla PA,
  • ICT e servizi digitali per enti pubblici.

Dato che l’ammontare dell’IVA versata sugli acquisti supera stabilmente la capacità di generare IVA a debito, l’azienda rimane in credito per lunghi periodi, con impatti importanti sul capitale circolante.

 

Come gestire un credito IVA strutturale

Per le imprese che maturano un credito IVA strutturale, scegliere come gestirlo significa decidere come ottimizzare la liquidità aziendale. Compensazione e rimborso sono opzioni possibili, ma presentano limiti evidenti:

1. Compensazione: utile ma limitata

La compensazione funziona solo se l’impresa ha abbastanza debiti fiscali da assorbire il credito. Nei settori con IVA a credito costante – agroalimentare, export, split payment – la capienza fiscale è spesso insufficiente e l’IVA rimane immobilizzata.

2. Rimborso: certo ma lento

Il rimborso consente di recuperare l’intero credito, ma richiede tempi lunghi e può essere soggetto a controlli, rallentando la disponibilità delle risorse.

 

Perché la cessione del credito IVA è la soluzione più efficace

La cessione del credito IVA supera questi limiti perché permette di ottenere liquidità immediata, con tempi certi e senza aumentare l’indebitamento.
È la soluzione più efficace per chi genera credito IVA ogni anno, perché:

  • libera il capitale circolante;
  • rende prevedibili i flussi finanziari;
  • evita accumuli ricorrenti di IVA a credito.

In sintesi, la cessione del credito IVA consente di trasformare un credito spesso “bloccato” in un vantaggio finanziario concreto e immediato.

Per le imprese che maturano un credito IVA strutturale, rappresenta la soluzione più efficace per trasformare un credito fiscale spesso immobilizzato in liquidità subito disponibile.

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